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giovedì, Aprile 25, 2024

Disabili e assunzioni obbligatorie. La presa in giro della Regione

AperturaDisabili e assunzioni obbligatorie. La presa in giro della Regione

jobdi PASQUALE DI BELLO

Disabili e assunzioni obbligatorie. La Regione disattende la normativa nazionale e persino i propri deliberati. Varato un avviso pubblico per sei posti ma è lettera morta da diciotto mesi.

Una colossale presa in giro a danno dei disabili. E’ questa, in estrema sintesi, la conclusione di una vicenda partita a novembre 2013 e tuttora sospesa a mezz’aria. Parliamo della assunzione a tempo pieno e indeterminato di sei persone in ambito regionale. Assunzione obbligatoria, secondo quanto disposto dalla legge nazionale 68 del 1999 in materia di quote di riserva a favore dei portatori di disabilità.

E’ il 18 novembre 2013 quando la Giunta regionale del Molise con delibera 607 dispone di dare seguito alla normativa nazionale stabilendo l’assunzione di 6 persone, di cui quattro a chiamata nominativa e due sulla base di una graduatoria, da inquadrare sotto il profilo professionale amministrativo, informatico e tecnico manutentivo. E’ però una falsa partenza. Come formulata, la delibera prevedeva una disabilità pari al 100% per accedere alla chiamata nominativa, un parametro che restringeva oltre ogni limite la platea dei potenziali interessati. La soglia viene abbassata al 67% con una successiva delibera di Giunta, la 59 del 21 febbraio 2014. E qui cominciano le barzellette regionali. L’inserimento delle persone, recita la delibera, avverrà entro il 31 luglio 2014, una prescrizione totalmente disattesa. Solo il successivo 11 novembre 2014 la Provincia di Campobasso (competente a formare gli elenchi ai fini delle assunzioni) vara l’avviso pubblico per la selezione delle sei persone da inserire. Il bando si chiude il 9 dicembre, vengono formulati gli elenchi e trasmessi in Regione. Da allora è nebbia fitta, oltre che lettera morta. Sono passati già diciotto mesi, esattamente un anno e mezzo dalla data prevista per le assunzioni e dai palazzi regionali, che non stanno in via Genova o in via Toscana come tutti credono ma a Malpensa tra i nebbioni della pianura padana, non si vede ancora uno spiraglio di luce. Giovani e meno giovani, persone a cui la vita ha già riservato colpi e prove, si ritrovano adesso a fare i conti con la burocrazia annidata nei sacri palazzi regionali e con le inefficienze di una classe politica che immancabilmente riesce ad accompagnare al danno che provoca anche l’immancabile beffa dell’adagio popolare.

Se però è vero che tutte le beffe emanano un cattivo odore è altrettanto vero che alcune, come questa, risultano più maleodoranti di altre poiché si abbattono sulla testa e sulla vita di soggetti deboli. C’è da capire chi e perché non abbia dato seguito a disposizioni obbligatorie il cui mancato rispetto fa scattare delle precise sanzioni. Sarebbe da capire chi, tra politici e burocrati, o se tutt’e messi insieme, abbia bloccato un percorso che a quest’ora doveva essere già concluso. C’è da capire chi sa e tace e chi, tacendo, copre e favorisce una presa in giro raccapricciante e intollerabile.

Quella in cui vivono i molisani non è una Regione ma un presepe. Un tragico presepe, dove tutto purtroppo resta a mezza’aria, come l’angelo appeso alla capanna che non va né in cielo né in terra. Lo sanno bene i disabili coinvolti loro malgrado in questa solenne presa per il naso. Una delle tante e, sicuramente, una delle peggiori.

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