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giovedì, Aprile 18, 2024

Scuola. Da Frattura una delibera che puzza di clientelismo

AperturaScuola. Da Frattura una delibera che puzza di clientelismo

di MANUELA PETESCIA

E’ una strana delibera che “puzza” di clientelismo quella che assegna incarichi ad personam per oltre 800mila euro. La giunta Frattura, attribuendosi funzioni che non le appartengono, ha varato un progetto per il potenziamento delle competenze linguistiche degli studenti. Il progetto che in realtà traspare, è quello di allargare il giro di amicizie e clientes.

La delibera di Giunta Regionale è del 31 dicembre 2015, confusa con la pioggia di nomine, consulenze, incarichi “ad personam” già al centro di tante polemiche. Oggetto della delibera è il “Potenziamento delle competenze linguistiche degli studenti”.
L’importo – notevole di questi tempi – è 800mila 272 euro.
E il provvedimento ha messo in subbuglio un ambiente – quello scolastico – già in costante fibrillazione di suo. La delibera in questione è stata accolta dagli addetti ai lavori con un coro di fischi. Sul piano strettamente didattico, si punta il dito sull’integrazione fra i metodi tradizionali e l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici.
Il progetto, condito delle solite vaghe buone intenzioni, rimane saldamente ancorato ai sistemi tradizionali e antiquati: le competenze linguistiche, per stare al passo con i tempi, dovrebbero essere acquisite utilizzando metodologie innovative, laboratoriali, da integrare con la vecchia lezione frontale. La delibera si limita invece a “imbarcare” nuove figure, peraltro prive di una chiara e oggettiva valutazione dei requisiti
E il sospetto che la matrice possa essere di ordine clientelare non sembra per nulla infondato…
Nel mirino c’è anche il “monitoraggio a distanza”. Che nel 2016 non ha alcun senso. Il monitoraggio dovrebbe essere garantito “in itinere” o alla fine del percorso, così da consentire ai docenti di intervenire in tempo utile sugli errori e sui ritardi nell’apprendimento.
Alla lista delle vistose incongruenze si aggiunge la sbandierata “validità della certificazione delle competenze”. Che non significa nulla. La certificazione non può valere in alcun modo come fatto “eternamente acquisito”, perché il ritmo incessante delle innovazioni richiede una formazione permanente. Ma il punto più critico della delibera, e sul quale si è abbattuta una pioggia di proteste, è la sua sorprendente e ingiustificabile invadenza nei ruoli e nelle competenze della Scuola.
Si cala dall’alto un progetto, sostanzialmente banale e privo di un autentico respiro innovativo, in spregio all’autonomia.
Come se l’Istituto dell’autonomia scolastica potesse essere scavalcato dal padrone di casa, Frattura, presidente di una Regione sempre più simile a una proprietà privata, o, peggio ancora, se ne potesse ignorare addirittura l’esistenza.
La Regione non può in alcun modo sostituirsi agli Istituti scolastici nelle loro funzioni, dettando i compitini (per usare una metafora a tema): si tratta di un’indebita e grossolana ingerenza, una invasione di campo che rappresenta un pericolosissimo precedente in un settore nevralgico della società civile.
Si riconosce inoltre – ed è questo un ulteriore fatto sorprendente – maggiore importanza ai docenti di madre lingua – le nuove figure individuate in delibera – che non ai titolari in ruolo dell’insegnamento, prevedendo, per queste nuove figure esterne e calate dall’alto, un bel pacchetto di ore e una retribuzione superiore a quella prevista dal contratto. Ed ecco che si apre, allora, un ventaglio di interrogativi a cui Frattura dovrebbe dare una risposta:
• come nasce questa delibera;
• chi sono i famosi “esperti” del settore che l’hanno confezionata, visto che i docenti provvisti di competenze oggettive nella materia non sono mai stati nemmeno consultati;
• perché si è fatto ricorso a figure esterne quando, con le massicce immissioni in ruolo seguite al decreto sulla “buona scuola”, non mancavano di certo le disponibilità in organico;
• e se per caso gli 800mila euro di fondi pubblici stanziati non siano spinti dal solito vento del favoritismo (quello che bacia sempre gli amici fortunati, per dirla in parole povere), i criteri cioè che seguono e inseguono come un’ombra, fin dall’esordio, la stragrande maggioranza dei provvedimenti della Giunta Frattura.
Che si era insediata inneggiando al merito, questo sconosciuto.

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