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venerdì, Aprile 19, 2024

Sanità. A chi fa paura il nuovo Piano? Commissario e Consiglio: un minuetto di pavidità e interessi

AperturaSanità. A chi fa paura il nuovo Piano? Commissario e Consiglio: un minuetto di pavidità e interessi

chirurghiadi PASQUALE DI BELLO

Nel bailamme di notizie che riguardano la Sanità molisana, non è ancora emerso un dato politico di fondo: l’incapacità di una classe dirigente che per proprio tornaconto elettorale e per pavidità non riesce a fare scelte che correggano un sistema ormai al collasso. Il caso del nuovo Piano sanitario regionale è emblematico.

Lo scaricabarile in atto nella Sanità molisana sta assumendo dimensioni grottesche oltre che drammatiche. La manifestata intenzione del governo regionale, quella di abrogare il vigente Piano sanitario (e di tornare ad un regime di mani libere), è un tragico e agghiacciante gioco delle tre carte col quale il presidente della Regione, nonché Commissario ad acta per la Sanità, la Giunta e il Consiglio regionale molisano stanno nascondendo ai molisani la cruda realtà di scelte che, per tornaconto politico personale, nessuno intende fare. E vediamo di spiegarci.

E’ cosa nota come ogni atto assunto in difformità dal Piano sanitario vigente sia stato oggetto di ricorso alla Giustizia amministrativa e di puntuale annullamento. E’ chiaro che, nel rango delle norme, la legge regionale sia in una posizione di maggior forza rispetto all’atto amministrativo. Pertanto, ogni provvedimento assunto dal Commissario ad acta che sia difforme da quanto previsto dal Piano sanitario risulta sempre incompatibile con quest’ultimo e quindi oggetto di cancellazione.

Un classe dirigente degna di questo nome, giunta a tal punto dovrebbe fare l’unica cosa sensata che in questo momento andrebbe fatta, ovvero predisporre un nuovo Piano sanitario regionale che, al proprio interno, contenga le disposizioni concordate col Tavolo tecnico nazionale, quello che sovrintende alle operazioni di rientro dal mostruoso deficit che grava sulla Regione Molise.

E’ qui invece che comincia lo scaricabarile. Nessuno intende assumersi la responsabilità di chiudere ospedali o effettuare pesanti tagli. Entrambe le cose avrebbero dei contraccolpi elettorali durissimi e, per taluni consiglieri regionali, addirittura mortali. Dire – e lo diciamo a mero titolo di esempio – che andrebbero chiusi gli ospedali di Larino e Venafro, scatenerebbe l’immediata reazione di quelle due comunità e di quei due bacini elettorali. Sta di fatto che nessuno muove un dito, la Sanità continua versare in uno stato comatoso e i molisani vivono nella più totale incertezza di quello che sarà il proprio futuro. Fare un Piano sanitario, significa fare una legge regionale e fare una legge regionale significa fare delle scelte politiche. Scelte che nessuno vuole fare: né il Presidente/Commissario né i signori consiglieri, tutti interessati al mantenimento della poltrona e alla chance di rielezione al prossimo giro.

 

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