Sono ormai passati 40 anni dall’assassinio sulla spiaggia di Ostia, nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975, di Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista. Ma resta la sua eredità, di intellettuale scomodo.
Quando, negli ultimi anni, prima di morire ucciso nel 1975, Pier Paolo Pasolini svolge la sua attività ”corsara” e ”luterana”, come intitolerà i suoi scritti, oltre a denunciare le trame e l’astrattezza del Palazzo, oltre a dichiarare ”io so, ma non ho le prove” relativamente alla storia recente del Paese, scrisse che l’Italia stava vivendo ”un processo di adattamento alla propria degradazione”.