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giovedì, Aprile 25, 2024

Dalla provincia di Isernia monta la protesta contro Frattura: l’intero territorio dimenticato e marginalizzato

AperturaDalla provincia di Isernia monta la protesta contro Frattura: l'intero territorio dimenticato e marginalizzato

confini_idi ENZO DI GAETANO

Frattura come Silla, il dittatore romano che sterminò i sanniti al termine di una lunga guerra. L’uno ce l’aveva con tutta la popolazione sannita, l’altro ha preso di mira Isernia e gli isernini, forse pensando di fare terra bruciata intorno al suo antagonista storico Michele Iorio.
È chiaramente una metafora, forse un po’ forzata, ma serve a dimostrare plasticamente la frustrazione che ha colpito la pubblica opinione isernina dopo gli ultimi eventi. Da un lato la crisi economica, dall’altro lo Stato che riduce la sua presenza, con banca d’Italia, prefettura, Telecom, Enel e quant’altro. Infine, la negatività di una politica e di un consiglio regionale appiattiti sugli interessi localistici di Molise Centrale e Basso Molise. Anche qui, più di tutte le parole, parlano le cifre: nonostante che la popolazione della provincia di Isernia sia un terzo di quella regionale, a Palazzo Moffa i suoi rappresentanti sono solo in tre su venti. Un settimo al posto di un terzo. Frattura si era impegnato a rivedere una legge elettorale così sbilanciata, ma non è successo niente. Ed è chiaro che i rappresentanti della provincia di Campobasso tirano il freno, pensando che le loro poltrone saranno tagliate. La misura è davvero colma e a Isernia sta montando un malessere nei confronti di una classe politica regionale così miope.  L’ennesimo insulto al capoluogo pentro è l’individuazione delle Zone Franche, dove gli investimenti privati possono essere accompagnati da quelli comunitari. Ebbene ci sono tutti i centri maggiori del Molise, escluso solo Isernia. C’è Campobasso, Termoli, Larino, Bojano, Agnone, Venafro e Frosolone. Solo Isernia non c’è. Cosa aggiungere di più?
Anzi, qualcosa da aggiungere c’è ed è il discorso che naviga ancora sott’acqua dell’ampliamento dell’Area di Crisi, che Frattura vorrebbe allargare a Campobasso e Molise Centrale. L’Area di Crisi, com’è noto è stata la risposta dello Stato ai problemi di Ittierre, Gam e Di Risio.
Un esercito di persone che hanno perso il loro lavoro. Allargare l’Area di Crisi, oggi, significherebbe tagliare, ancora una volta, gli investimenti diretti a Isernia e far fuggire chi, come l’Ikf, dopo aver acquistato la vecchia Ittierre sta pensando a nuovi investimenti proprio in virtù dei benefici promessi.
Frattura sta per integrare la sua giunta regionale con un quarto assessore, che dovrebbe essere Carlo Veneziale in sostituzione di Massimiliano Scarabeo.
Siamo sicuri che, come avrebbe fatto sicuramente Scarabeo, anche Veneziale se diventasse assessore in rappresentanza di Isernia, si rifiuterebbe di avallare una decisione del genere da parte della giunta Frattura. Staremo a vedere.

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