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venerdì, Aprile 19, 2024

Watergate Petraroia. In Molise scoppia lo scandalo “Garanzia Giovani”, lui scrive a Jovanotti su Facebook

AperturaWatergate Petraroia. In Molise scoppia lo scandalo “Garanzia Giovani”, lui scrive a Jovanotti su Facebook

President Nixon with his edited transcripts of the White House Tapes subpoenaed by the Special Prosecutor, during his speech to the Nation on Watergate

di PASQUALE DI BELLO

Mentre in Molise scoppia lo scandalo “Garanzia Giovani”, quello delle presunte irregolarità nella gestione del piano destinato ai giovani disoccupati, l’assessore regionale al Lavoro, Michele Petraroia, trova (e perde) il tempo di scrivere a Jovanotti su Facebook. Il Molise affonda, Petraroia scrive (anche) del tributo di Lorenzo Cherubini a Pino Daniele e sotterra ogni eventuale responsabilità politica.

Nonostante la colonnina di mercurio faccia registrare temperature altissime, alta pressione e bel tempo, sul bollettino meteo della settimana che si apre, il barometro politico segna tempesta per l’assessore regionale al lavoro, Michele Petraroia. Nel giro di poche ore infatti (soltanto il tempo tecnico di effettuare la procedura di accesso agli atti) sapremo se, come da indiscrezioni che vanno crescendo, vi siano irregolarità gravi e dal taglio clientelare sul piano “Garanzia Giovani”, quello che dovrebbe offrire un percorso di inserimento lavorativo ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Il sospetto, che per il momento resta tale ma che i tamburi di guerra battono sempre più forte, è che sia stata violata la procedura per l’avvio dei tirocini extracurriculari dei giovani interessati. Con l’irritante linguaggio della burocrazia, coloro che intendono partecipare al piano “Garanzia Giovani” devono essere “profilati”, cioè devono essere “schedati” e inseriti in una apposita lista. Solo dopo l’inserimento della lista, possono essere avviati al tirocinio presso le imprese per il quale, con quattrini pubblici, riceveranno circa 450 euro mensili.

Bene. Lo scandalo che sta emergendo è quello di molti giovani che sarebbero stati già avviati al tirocinio presso le aziende senza essere “profilati” e inseriti nelle relativa e propedeutica lista. Se questo fosse confermato, come lo stesso Petraroia scrive in una sua nota, le eventuali irregolarità andrebbero segnalate “all’Ispettorato del Lavoro, ai Servizi Ispettivi dell’INPS e nel caso all’Autorità Giudiziaria per accertare e perseguire ogni possibile responsabilità di qualsiasi tipologia o causa”.

A leggere Petraroia sembra che sia tutto sistemato, invece la capacità di depistaggio di quest’uomo è davvero sorprendente. Tanto confusi e approssimativi sono i pensieri che propaganda ogni venti minuti, tanto semplice e ordinata è l’idea che egli ha del concetto di responsabilità. Un’idea, come dire?, a comò. In un cassetto ci sono quelle da segnalare all’Ispettorato del Lavoro, in un altro quelle da indicare ai Servizi Ispettivi dell’INPS e, infine, in un altro cassetto ancora ci sono quelle da denunciare all’Autorità Giudiziaria. Insomma, nel comò di Petraroia ci sono tutti i cassetti per tutte le responsabilità, tranne uno: quello della responsabilità politica. Ora, noi ben comprendiamo che come umorista, peraltro involontario, Petraroia sia insuperabile, ma al tempo stesso ci chiediamo per quanto tempo ancora il Molise possa continuare a tenere in un posto vitale per la sorte di lavoratori e famiglie un assessore che ogni volta che apre bocca indossa un naso finto e prima di farci indignare ci fa ridere.

Prendete quello che è accaduto nelle ore scorse, ad esempio. Mentre lo scandalo “Garanzia Giovani” cominciava ad emergere, Petraroia, che evidentemente crede di essere l’interfaccia del mondo intero, faceva giungere i propri sentimenti di gratitudine ed il proprio plauso al cantante Jovanotti per quanto stava organizzando in vista del concerto di Napoli. Invitato da Eros Ramazzotti a ricordare Pino Daniele, Jovanotti si è subito mosso per qualcosa di più grande: portare a Napoli lo stesso Ramazzotti che, insieme a lui e a James Senese, avrebbero tributato uno speciale omaggio musicale al cantautore recentemente scomparso. La notizia, chiaramente, ha fatto il giro della rete e dei social network, un’occasione strepitosa per commenti e “mi piace” a migliaia su Facebook. Bene. I disoccupati hanno bisogno di un lavoro? La gente ha bisogno di case e di ospedali? Scoppia lo scandalo “Garanzia Giovani”? E Petraroia che fa? Non trova niente di meglio che scrivere a Jovanotti: “Grazie per questa straordinaria opportunità che offri a Napoli e a chi ha amato l’arte di Pino Daniele!”. Questo il commento affidato a Facebook. jovanotti

Ora, posto che Petraroia è libero di scrivere a chi e dove più gli pare, ci aspetteremmo maggiore sobrietà e autocontrollo da un assessore al lavoro alle prese ogni giorno con questioni che riguardano la vita (nel senso letterale della parola) di migliaia di persone e che non trova di meglio che scrivere, scrivere, scrivere e scrivere ancora su ogni fatto o questione dello scibile umano. Ci aspetteremmo, insieme ad una drastica riduzione delle chiacchiere con le quali inonda le redazioni e le segreterie di mezzo mondo, anche l’apertura dell’unico cassetto del comò che Petraroia sistematicamente ignora. Quello della responsabilità politica dove dentro c’è solo un foglio di carta da firmare al più presto: quello con la lettera di dimissioni. Troppo comodo e troppo facile scaricare sull’Ispettorato del Lavoro, sull’INPS e sull’Autorità Giudiziaria l’accertamento delle responsabilità altrui. Cominciamo dall’appurare quelle politiche, perché se quelle personali di chi ha eventualmente ciurlato nel manico sono ancora dentro una matassa difficile da dipanare, quelle amministrative sono di facile individuazione. Se dovesse emergere che qualcuno su “Garanzia Giovani” ha truccato le carte, Petraroia dovrebbe trarne immediatamente le conseguenze politiche. Il piano destinato ai giovani disoccupati, ha come referente principale il suo assessorato e prima di mandare qualcuno al gabbio, è lui che se ne deve andare a casa per manifesta e conclamata incapacità. Lo scandalo “Garanzia Giovani” rischia di diventare il Watergate di Petraroia. Lui non è Nixon (anche se leggendo il titolo di questo pezzo si convincerà di esserlo, e noi ne porteremo in eterno la colpa) ma come per Nixon qualcosa potrebbe essere andata per il verso sbagliato.

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