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venerdì, Marzo 29, 2024

Gli “Angeli del focolare” del Contado

EditorialiGli "Angeli del focolare" del Contado

di Claudio De Luca

La piaga della prostituzione e della “schiavitù” in cui, di sovente, ignare ragazze dell’Est vengono coinvolte è difficile da debellare a causa della domanda di sesso a pagamento che ancora persiste. Le ultime vicende, finite in cronaca per un episodio accaduto in Campomarino, hanno permesso di avviare indagini, di smascherare una organizzazione che gestiva l’arrivo di ragazze dall’Est-Europa e di invitare i proprietari di appartamenti molisani a verificare con oculatezza a chi affidare le case in affitto. L’intensificazione dei controlli sulla costa sta dando i suoi frutti e le ulteriori indagini sono state affidate alla Polizia di stato. Secondo Matteo Salvini dalla prostituzione si potrebbero recuperare tre miliardi di tasse. L’entità della cifra impone di domandarsi: possibile che in Italia si riesca a fornicare così tanto? In proposito fu organizzata la manifestazione “Liberiamo le strade della nostra città” con cui la Lega inaugurò la campagna referendaria per l’abrogazione della legge Merlin auspicando la rimodulazione dell’attività. Il quesito relativo è stato depositato in Cassazione ed a dare inizio alla raccolta delle firme è stato lo stesso “leader lumbard”. Da un punto di vista tributario è lecito immaginare quanta fortuna arriderebbe ai Molisani ove si potesse attingere ai proventi del mestiere più antico del mondo. Che vuol dire? Che, per fare fronte al debito sanitario, Palazzo Moffa varò una manovra consistente nel massimizzare le percentuali di compensazione a carico dei cittadini nella convinzione che la differenza tra l’aliquota precedente e quella nuova potesse essere sufficiente a coprire il “buco”. Però, nonostante la maggiorazione abbia portato l’imposizione alle stelle, il disavanzo in questione non potrà mai essere coperto a causa della scarsa entità demografica delle due province. Perciò è da ipotizzare che, da Venafro a Montenero di B., non si caverebbe un ragno dal buco (e dagli!) manco se si volessero fondare le sorti regionali sulle entrate delle “lucciole”. Pure in questo caso il numero delle operatrici locali sarebbe poco consistente, tale da permettere di depositare il massimo qualche fascina di fieno in più in cascina. Altrove, invece, come a Bologna, occorrerebbe chiedersi se le peripatetiche sono di Destra o di Sinistra, visto che, sotto le Torri, sono scesi a difenderle quelli di “Sel” ed i “Radicali” mentre, a bacchettarle, sono stati gli adepti della “Lega nord” e di “Forza Italia”. Naturalmente pure le “masseuses” petroniane appartengono alla schiera delle lavoratrici in nero che evadono il Fisco; cosicché il problema è lo stesso del Molise: come fare emergere i redditi nascosti. La Città di San Petronio è considerata una città-pilota per via del luogo comune che le ha dedicato l’acrònimo delle tre “t” (torri, tortellini e troie). Ed ecco che i Carabinieri sono partiti in tromba (spero che si possa usare la circonvoluzione senza problemi!) ed hanno censito le prostitute ed i relativi guadagni. Il 95% di quelle che sostano nei viali sono romene e, quindi, “intoccabili” perché protette dalle norme dell’Unione europea. Secondo i militi guadagnano ciascuna dai 300 ai 500 euro/die. Non sono rimpatriabili ma non hanno diritto ad essere esentate dalle imposte (diciamo così) sulle entrate. Ed ecco l’uovo di Colombo. L’Arma le segnala all’Agenzia che potrà procedere verificando: 1) i dati delle rispettive denunce dei redditi; 2) il tenore di vita che conducono; 3) le modalità per riscuotere i tributi sul reddito conseguito, comunque derivante da prestazioni sessuali lecite dal momento che – in Italia – ad essere vietato è solo lo sfruttamento della prostituzione ma non l’esercizio di essa. Su questa operazione-verità si è scatenata una vera e propria “bagarre” politica. C’è stato chi ha accusato l’Arma ma pure chi ne ha elogiato il comportamento, invitando ad estendere il controllo agli stessi clienti. Evidentemente si ritiene che, appartarsi abitualmente con una prostituta, sia indice di un buon tenore di vita, un po’ come per la spesa per le vacanze o per l’automobile. Dal canto loro i Carabinieri si difendono. Sostengono che fare emergere il sommerso vuol dire favorire la legalità ed anche apprestare un antidoto contro il “racket” delle “belle di notte”. Insomma la quarta Arma intende contribuire fortemente alla legalizzazione fiscale del mestiere più antico del mondo. Le prostitute presenti nello Stivale sarebbero oltre 100mila che soddisfano le particolari esigenze di circa 10 milioni di clienti. Ad un costo medio di 30-50 euro a prestazione, viene a concretarsi un giro d’affari superiore a tre miliardi di euro l’anno. In Molise le cifre sarebbero ben altre (in senso negativo). Nella 20.a regione il fenomeno è di gran lunga meno accentuato, ma comunque da non sottovalutare. E’ sufficiente sfogliare le ultime pagine delle testate giornalistiche locali per apprendere quante “lucciole” agiscano tra Termoli, Campomarino, Montenero di B. e Petacciato oppure nel Bolanese ed a Campitello M. In effetti accade che, conclusa la stagione estiva, le villette lungo le spiagge (e tanti altri appartamenti) perdono i bagnanti ed acquistano queste “habitué” del sesso mordi e fuggi che se ne servono per i loro incontri. Si tratta di decine e decine di strutture abitative che, magari, vengono poste nella loro disponibilità dai proprietari, evadendo pure tasse di registro ed imposte sul reddito. Le entrate potrebbero anche essere contenute, ma ce ne sarebbe da lavorare per le “Fiamme gialle” nostrane!

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