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mercoledì, Aprile 24, 2024

Intervista a Massimiliano Scarabeo su lavoro, imprese e crisi nel PD

AttualitàIntervista a Massimiliano Scarabeo su lavoro, imprese e crisi nel PD

di LUCIA LOZZI

ITTIERRE

Convocazione della riunione sulla vertenza ITTIERRE per la proroga della CIGS per ulteriori 6 mesi e verifica dell’iter istruttorio del progetto ponte sull’orientamento, sollecitando il superamento dei rispettivi impedimenti operativi a vantaggio dei lavoratori interessati e del territorio regionale. Pertanto, proroga di sei mesi di cassa per i dipendenti rimasti in forza e cioè per chi non ha firmato il licenziamento collettivo . Anche per loro si apre uno scenario di attese. In campo IKF e Europa Investimenti grazie al suo impegno. Assessore quale la direzione e gli sviluppi ?

La direzione è quella di salvaguardare il settore tessile molisano, i posti di lavoro che si sono persi e offrire l’opportunità di rivedere la Ittierre quale azienda trainante dell’economia regionale. I problemi ci sono, ricordarne le radici non serve ma pensare che la Regione sia ancora la gallina dalle uova d’oro è sbagliato. Occorre una collaborazione con investitori privati ai quali daremo il nostro contributo per riuscire a rilanciare produzione e occupazione.

Quali le iniziative per ricollocare i dipendenti in mobilità che sono, decisamente, di numero superiore a quelli a cui andrebbe una proroga della cassa. In virtù’ degli sgravi fiscali a favore delle aziende che assumono, quali le proposte e le azioni della Regione in merito?

La domanda merita una risposta articolata visto che il ruolo della Regione non può più essere quello di finanziatore che investe denaro pubblico in operazioni imprenditoriali rischiose. Su questo l’atteggiamento della Regione Molise è piuttosto chiaro visti i risultati fin qui ottenuti, però il problema di ricollocare quanti più lavoratori possibile resta. La partecipazione di imprenditori seriamente interessati alla filiera tessile molisana può essere una vera alternativa, su questo ci siamo già confrontati e l’impegnio dell’istituzione regionale c’è.

Ass.re crede sia il caso di gravare ancora sullo Stato con continue proroghe degli ammortizzatori sociali, oppure e’ opportuno parlare seriamente di lavoro attraverso una decisa e concreta operazione da mettere in campo?

Come si fa a eliminare l’aiuto derivante dagli ammortizzatori sociali? Non vi è dubbio che è preferibile aumentare l’occupazione ma il momento è difficile. Il lavoro che stiamo facendo per dare un contributo alla crescita economica del Molise, sono certo che porterà i suoi frutti. Ma sono molti i fattori che concorrono a che questo progetto riesca presto e bene.

La Regione, voi, avete realizzato che fra un anno e al massimo entro tre, ci sono solo qui ad isernia 500 lavoratori circa senza neanche più il sostegno dello Stato? Cosa pensate di fare sin d’ ora per non arrivare impreparati ?

La bacchetta magica non esiste, purtroppo, e c’è bisogno di intervenire per alleggerire la pesante situazione esistente. Interventi finalizzati al sostegno delle imprese locali e alla creazione di nuove è in atto da tempo, i programmi Europei daranno anch’essi il contributo necessario, stiamo predisponendo anche altre soluzioni che attirino imprese e interessi imprenditoriali in Molise, e/o esportino l’impresa molisana all’estero atrtraverso l’internazionalizzazione, incentivando la promozione del territorio, le risorse agroalimentari, il turismo, in modo particolare che può essere uno dei volani della nostra ripresa economica.

Area di crisi : a che punto siamo e quali gli interventi ?

Rassicurazioni in tal senso ci sono, i presupposti esistono, così come la necessità che questo riconoscimento avvenga al più presto. Con investimenti mirati sui comparti per i quali il Molise si è distinto, è possibile risalire la china e uscire da questa depressione. Occorre che anche il Governo Renzi, comprenda le nostre necessità, il problema dei nostri giovani che cercano occupazione, la ricollocazione di lavoratori in Cassa Integrazione, mobilità, quelli del comparto edile che stanno soffrendo più di chiunque altro, il calo del lavoro in quel settore. Credo che, come detto, se riusciamo a coinvolgere il sistema imprenditoriale sul rilancio dei setttori sui quali abbiamo dimostrato di saper essere tra i primi nel mondo, avremo grossi risultati.

LAVORO DOMENICALE

Il decreto Salva Italia, tra le tante cose, estende l’orario delle attività commerciali alle 24 ore, domeniche e festività incluse, al fine di rilanciare occupazione e consumi.

Lei è intervenuto sul tema. Un punto di incontro si puo’ trovare e quali le alternative per aiutare le aziende nella loro ripresa? Quale la sua proposta, in alternativa, per ridefinire le regole in materia?

Il problema, oltre alla crisi, sono le regole, anzi la deregolamentazione che vede l’Italia senza una precisa definizione in materia. Il decreto Monti apre ad una liberalizzazione che, al momento, grossi risultati non ne ha portato e per questo, lavorare di domenica e nei giorni festivi, o almeno in una parte di essi non porta ai risultati previsti dallo stesso Decreto. A questo punto viene normale chiedersi se vale o no la pena continuare su questa strada. Atteso che l’argomento è abbastanza delicato per varie ragioni, è fondamentale che ci sia un punto d’intesa univoco, preso da tutte le parti interessate. L’iniziativa dell’Arcivescovo Bregantini di focalizzare l’attenzione sulla materia è una cosa seria, dal dibattito presso l’Arcidiocesi di Campobasso, sono emerse idee importanti da portare avanti, proprio coinvolgendo tutti gli attori, nelle scelte più giuste da prendere. L’Osservatorio regionale del Commercio per un costante monitoraggio delle diverse situazioni che si vanno man mano creando, tavoli di confrnto tra impresa, lavoratori e consumatori perché giungano proposte utili e l’impegno della politica perché, sia dalle Regioni, che potrebbero essere coloro le quali decideranno in materia, che dal Governo, arrivino regole giuste a riguardo. Formulare una proposta precisa, al momento è difficile, perché sono tante situazioni l’una diversa dall’altra che concorrono a determinare questa specie di caos, e tanti fattori possono, al contempo, condizionare le scelte che si anfranno a fare, anche semplicemente da una provincia ad un’altra. Occore il confronto e quindi un accordo duraturo sul quale nessuno deve avere pentimenti.

SANITÀ

Decreto Balduzzi, in merito gli onorevoli Pd individuano l’exit strategy. ” La soluzione c’é per attutire o addirittura deviare il colpo di macete del decreto Balduzzi che se attuato disegnerebbe una sanità fatta solo di pseudo ospedali. La strategia trovata dai tre parlamentari Ruta, Leva e Venittelli, un protocollo d’intesa tra l’Università e l’azienda sanitaria creando l’azienda ospedaliera universitaria. Cio’ metterebbe al riparo gli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli. Con il patto siglato tra le due istituzioni la soluzione, la sussistenza e la sanità sarebbe garantita. Per l’ospedale di Agnone, invece, occorre chiedere il riconoscimento di area disagiata come hanno fatto altre regioni. Questo l’ appello dei tre parlamentari rivolto al governatore. Il governatore boccia la proposta della delegazione parlamentare, motivandola. Cosa ne pensa, Assessore, di questa proposta? Quale l’alternativa e una possibile soluzione per garantire i servizi sanitari?

Su questo tema tanto si può dire, ma molto si deve fare! Il Decreto Balduzzi ci mette nelle condizioni di vederci ridimensionati i nostri ospedali più grandi e questo crea non pochi problemi, perciò alle varie proposte, visto che lo stesso Consiglio Regionale ha chiesto, chiaramente, di rivedere certe scelte fatte dal Governo, si può provare a dare riscontro. Senza necessariamente ribadire che è l’ottimizzazione dei servizi che va attuata il prima possibile, con risultati di avere soprattutto assistenza sanitaria di qualità. Mi sembra, però, che su questo siano già giunte risposte che non chiudono certo la porta al dialogo. I cittadini molisani, del resto, chiedono una sanità seria, visti i costi, perciò una riorganizzazione sarà comunque necessaria a prescindere da ciò che accadrà con l’applicazione di detto Decreto.

Quale la sua posizione? A sostegno dell’asse Frattura/Fanelli o Ruta/Leva/Venittelli?

Fare politica per raggiungere i risultati migliori è l’obiettivo primario al quale si vuole e si deve arrivare. Per questo credo che il confronto sia la sede migliore per far si che ciò avvenga. Io vedo semplicemente questo: posizioni diverse che cercano una sintesi, quella che serve al Molise per riprendersi da questa fase complicata in cui ci troviamo. E’ sbagliato pensare che ci siano conflitti insanabili tra ruoli che viaggiano verso la stessa direzione, com’è sbagliato pensare che c’è chi ha ragione e chi ha torto, a prescindere.

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