Si è conclusa con la condanna di tutti gli imputati del processo cosiddetto Shanti, l’inchiesta condotta dal sostituto Fabio Papa che ha portato alla luce un traffico di ragazze provenienti soprattutto dall’est dell’Europa.
Ai due titolari del night, nei quali secondo l’accusa le ragazze attiravano i clienti per poi prostituirsi, il giudice Elena Quaranta ha inflitto, rispettivamente, cinque anni e sei mesi e quattro anni e sei mesi.
Condannata anche la donna che faceva da tramite, a cinque anni e tre mesi di reclusione, mentre due anni e mezzo sono stati inflitti ad un faccendiere che frequentava il locale.
Dalla sentenza, emessa in corte d’Assise, sono decaduti i reati di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù che pure erano stati contestati dall’accusa.
L’operazione Shanti partì all’alba del 27 giugno del 2010 e portò all’arresto di 16 persone, molte delle quali di Campobasso.
Le accuse erano quelle di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, alla riduzione in schiavitù, al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione.
L’inchiesta consentì di smantellare una organizzazione trasnazionale, costituita da italiani, polacchi e rumeni che reclutavano ragazze dell’Est, attraverso annunci sui giornali, con la promessa di un posto di lavoro. Ma una volta arrivate in Italia venivano invece costrette a lavorare nei locali notturni.
Nel corso del blitz dei carabinieri furono posti i sigilli a due locali notturni e sequestrati diversi appartamenti, acquistati con i proventi della tratta.
Le condanne emesse dalla Corte d’Assise, nella sostanza confermano quello che era l’impianto accusatorio.
“Leggeremo le motivazioni, prima di intraprendere qualsiasi contromisura”, hanno commentato , a caldo, gli avvocati delle difese.
