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martedì, Aprile 23, 2024

Da Girolamo La Penna a Peppa Pig: storia grottesca della politica molisana

AperturaDa Girolamo La Penna a Peppa Pig: storia grottesca della politica molisana

di PASQUALE DI BELLO

Il decennale della scomparsa di Girolamo La Penna, eminente parlamentare della Democrazia cristiana e artefice della nascita e costruzione del Molise, offre lo spunto per una amara riflessione sulla cifra politica degli attuali governati. Un paragone spietato che mette in risalto il valore di ieri e il grottesco di oggi.

Chi volesse farsi un’idea dello stato grottesco e irreversibile nel quale è piombata la politica molisana, può mettere a confronto due avvenimenti che si sono sovrapposti negli ultimi giorni. Da un lato il decennale della morte di Girolamo La Penna e dall’altra le avventure di Salvatore Ciocca, cartone animato conosciuto a livello internazionale con lo pseudonimo di Peppa Pig. Il paragone è certo irriverente, stando il secondo al primo come un paracarro alla Tour Eiffel, ma serve a rendere l’idea di come la politica molisana abbia progressivamente sostituito una generazione di visionari con dei visionari della cotoletta. I primi, di cui La Penna ha rappresentato l’esempio più avanzato, hanno immaginato, progettato e realizzato il futuro del Molise; i secondi, di cui Ciocca è un mirabile esemplare, hanno trasformato la politica molisana in una mediocre commedia a totale appannaggio di camaleonti e istrioni.

La Democrazia cristiana, di cui La Penna fu l’architrave in Molise, ebbe molti meriti: dalle infrastrutture all’industrializzazione, ma anche tanti demeriti, di cui il turboclientelismo fu l’esempio più dannoso, se non altro per aver infarcito gli uffici pubblici con personale dal quoziente intellettivo prossimo allo zero. Tuttavia, se dei primi si può affermare senza tema di smentita che ebbero meriti e demeriti, dei secondi si può dire con altrettanta certezza che se passeranno alla storia sarà solo per due ragioni: per i demeriti e per la sesquipedale abbuffata di pubblico denaro. Nel mese di dicembre 2014 (dati ufficiali della Regione Molise) Salvatore Ciocca ci è costato la bellezza di 22.550 euro, così suddivisi: 6000 euro per l’indennità di carica, 750 per l’indennità di funzione e ben 15.750 a titolo di rimborso spese (sic!) per l’esercizio del mandato. In totale, per il 2014, ci è costato 135.250 euro di cui ben 54.250 a titolo di rimborso spese. Immaginiamo che le spese si riferiscano all’acquisto di vagoni di camomilla e valeriana, vista la frenesia che lo contraddistingue nel cercare spazi di visibilità ad ogni costo (in questo battuto dal solo Petraroia).

Per capirci, l’indennità media percepita da Girolamo La Penna durante tutto l’arco del proprio mandato elettorale (1958 – 1994) fu di 4milioni e 350mila lire, meno di 2.500 euro al mese (indennità e rimborsi compresi), passandosi dalle 500mila lire mensili del 1958 agli 11milioni e 812mila lire del 1994. Lorsignori consiglieri regionali, attualmente viaggiano alla media di 22milioni di vecchie lire al mese (per la precisione 11mila 250euro al mese). I padri costituenti, facendo un altro esempio, nel 1947 guadagnavano 25mila lire al mese, che attualizzati equivalgono a circa 800 euro di oggi, a cui si aggiungevano 1000 lire al giorno (l’equivalente oggi di 30 euro) ma solo le commissioni si riunivano in giorni differenti rispetto all’aula. A conti fatti, i Costituenti non portavano a casa l’equivalente di 1300 euro di oggi. Continuando con l’esempio riferito all’onorevole La Penna, il rapporto medio tra l’indennità percepita e lo stipendio di un operaio del periodo 1958 – 1994, è stato pari a 6, guadagnava quindi sei volte in più in media di quanto guadagnasse un operaio Fiat. Considerando che un operaio Fiat oggi percepisce un salario medio di 1350 euro mensili, con i loro 11mila 250 euro al mese, Salvatore Ciocca guadagna 8 volte in più. Solo con la somma mensile (esentasse) dovuta a titolo di rimborso spese (4500 euro), guadagna tre volte e più del compenso di un operaio. Chiaramente, un operaio si spacca le ossa a tre turni, Ciocca, al più, con le sue inutili concioni spacca i maroni turno unico.

Bene, ci siamo attardati con questo lungo preambolo ragionieristico allo scopo di evidenziare due cose. La prima è l’imbarazzante rapporto compenso/produttività tra i governati di ora e quelli di allora: La Penna ancora oggi, nel decennale della morte, viene ricordato come colui che (insieme ad altri) ha letteralmente inventato il Molise garantendone sviluppo, benessere e progresso; Ciocca, se chiedete, probabilmente nemmeno la guardia giurata di piantone al Consiglio regionale sa chi sia. Immaginatevi a dieci anni dalla morte (che gli auguriamo comunque tra mille anni) chi se lo ricorderà. La verità è che lorsignori saccheggiano tutti i giorni il pollaio senza produrre in cambio un bel nulla. Anzi no, qualcosa la producono. Ed è questa la seconda cosa che ci preme di evidenziare. Come Peppa Pig, nell’intento di farci ridere a Ciocca ogni tanto scappa qualche grugnito. Di recente, ad esempio, ha grugnito sull’ottimo collega Michele Mignogna, reo di avergli fatto le pulci sul tema della ricostruzione post terremoto, materia nella quale Ciocca, evidentemente, ritiene di essere infallibile. Sentite con che prosa da statista si rivolge su Facebook a Mignogna (senza peraltro contestare uno solo dei fatti citati dal giornalista nel suo articolo) : a breve risponderai tu per le menzogne che ti suggeriscono di dire o per le responsabilità che potrebbero esserti riconosciute” (…) “visto che parli di mance…..magari qualcosa potrai ancora pretendere per quello che fai” (…) “quando dico che ne risponderai…..non lo dico così…..ne risponderai davvero insieme ai tuoi sodali soci”. Vi risparmiamo il resto.

Chi ricorda i tempi della DC (ma il discorso vale anche per altri, PCI, MSI PSDI, PRI, PSI …), ricorderà la valanga quotidiana di critiche, insulti e improperi rivolti a quella classe dirigente. Consapevoli del ruolo pubblico e rispettosi di quello istituzionale, gli uomini politici di quel tempo hanno fatto querele, insultato anche loro (siamo tutti umani, e del resto lo sono pure i cartoni animati) ma hanno sempre evitato una cosa: la minaccia. Ecco, forse dovremmo cominciare a riflettere su questo, se è ancora il caso di pagare ogni mese undici volte la paga di un operaio per riceverne in cambio il vuoto siderale e frasi dal tono minaccioso. Con l’aggravante della tessera comunista in tasca.

 

Poscritto. Ciocca ci risparmi la solita tiritera su “fasci” che risfodera ad ogni nostro articolo. Se per caso dovesse trovare quella nostra foto al cimitero di Montagano, quella mentre facciamo il saluto romano davanti alla tomba di un ragazzo di diciotto anni ucciso alle spalle dalle canaglie rosse negli anni ‘70, ce la faccia recapitare. E’ un ricordo del quale andiamo fieri e saremmo disposti anche a pagargliela, visto lo stipendio da fame che gli passa la Regione Molise.

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