Da Cannes a Venezia ormai Abel Ferrara sembra “abbonato” allo scandalo. O meglio, lo “scandalo” è la scorciatoia più breve per fare pubblicità a film in cui il regista americano de Il cattivo tenente è abituato a dar sfogo alle sue ossessioni sessuali. Così dopo il “ritratto non autorizzato” di Strauss-Kahn (Welcome to New York) con un “laido” Depardieu nei panni del discusso banchiere, escluso da Cannes (e mostrato al mercato del festival), stavolta Abel Ferrara si prende il gusto di “maltrattare” un grande della nostra letteratura come Pasolini e Venezia lo fa correre per il Leone d’oro.