di Andrea Telara
Un passivo di 9,2 miliardi di euro anche quest’anno. E’ il risultato con cui l’Inps chiuderà il bilancio del 2013, secondo le previsioni del Civ (il Consiglio di vigilanza interno dell’istituto nazionale della previdenza). Il dato è più o meno in linea con quello del 2012 e non ha colto di sorpresa nessuno. Il profondo rosso è infatti il frutto dell’accorpamento dell’Inpdap , l’ente pensionistico dei dipendenti pubblici, che lo scorso anno è stato assorbito dall’Inps, dove ha portato in dote un buco di almeno 6 miliardi di euro.
E’ interessante però analizzare quali sono le categorie contribuenti che devono sobbarcarsi, almeno in parte, l’onere di questo passivo, che i conti dell’Inps fotografano con precisione.Nel nostro paese, infatti, ci sono alcune classi di lavoratori (in particolare i precari assunti con un contratto flessibile) che pagano molto più di quello che ricevono in termini di prestazioni. Per rendersene conto, basta leggere i risultati delle gestioni pensionistiche in cui il bilancio dell’istituto previdenziale è suddiviso e che corrispondono ciascuna a una specifica categoria professionale.