13.2 C
Campobasso
venerdì, Marzo 29, 2024

Isernia, un anno vissuto pericolosamente

EvidenzaIsernia, un anno vissuto pericolosamente

Un anno vissuto pericolosamente.
È il titolo di un film dell’83 vincitore anche di un premio Oscar e simbolicamente rappresenta in maniera perfetta cosa è stato il 2012 per la provincia di Isernia. Vissuto pericolosamente perchè tra alti e bassi ha visto morire e risorgere diverse volte prima l’amministrazione provinciale e poi quella comunale. Stesso discorso per tante importanti realtà economiche dell’interland isernino. Come la Di Risio Auto o la stessa Ittierre. Anche in questi casi, le giornate piene di pessimismo si sono mescolate con quelle piene di speranza.
Un anno orribile per tanti versi ma anche un anno che si chiude con la speranza che, dopo troppi eventi negativi, per motivi puramente statistici, o per la legge dei grandi numeri, accada qualcosa di buono per la nostra realtà economica e istituzionale.
Enigmatica la frase con cui Ugo De Vivo incorniciava il suo 2012. Siamo sulle montagne russe: un giorno sindaco e un giorno comune cittadino. Un’altalena pazzesca cominciata a maggio, quando dopo il ballottaggio con Rosetta Iorio, Ugo De Vivo viene eletto sindaco. Subito dopo, 17 consiglieri di centrodestra si dimettono. Il prefetto commissaria Palazzo San Francesco. C’è il ricorso al Tar, a Ottobre il tribunale amministrativo regionale rimette in sella De Vivo, ma sarà una breve stagione, a dicembre il Consiglio di stato smentisce il Tar Molise e fa tornare il commissario. Intanto gli isernini, in questo valzer istituzionale, si ritrovano con le aliquote dell’Imu e dell’Irpef comunale praticamente raddoppiate. Se ci fosse stata un’amministrazione comunale forse non sarebbe successo.
Stesso copione per via Berta e per Luigi Mazzuto. La provincia di Isernia, piccola e poco densamente popolata è nel mirino degli abolizionisti. Durante tutto il 2012 è andata avanti la proposta di accorpamento delle province minori, uno dei cardini del programma di spending review del governo Monti. Un incubo per Isernia perchè avrebbe significato la chiusura di Prefettura, Questura, Carabinieri e tutti gli uffici provinciali. In pratica la fine di Isernia. Alla fine ci salva Silvio Berlusconi, guarda caso deputato molisano, non lo dimentichiamo, che toglie il sostegno al governo Monti e fa andare in soffitta, almeno per il momento il disegno di legge sui tagli alle province. Magari Berlusconi non pensava a Isernia quando ha tolto la spina a Monti, ma almeno una cosa buona per la nostra regione, nell’ultima legislatura, l’ha fatta.
E passiamo alla pagina economica, anch’essa piena di sorprese inimmaginabili fino a qualche tempo fa.
C’è il crollo di due certezze: Ittierre e Di Risio. Cominciamo con l’Ittiere, per l’incredibile vicenda umana del suo fondatore: Tonino Perna che viene arrestato agli inizi di gennaio con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Un’inchiesta, quella del procuratore Albano, che mette a soqquadro l’intero settore della moda italiano. Perna era ed è ancora oggi una delle colonne del sistema moda Italia.
Tonino Perna torna in libertà dopo una ventina di giorni. Ci pensa l’avvocato Franco di Roma, un mastino da tribunale, a dimostrare che la gran parte delle accuse fatte a Perna erano infondate e quell’arresto non andava fatto. Come ribadito anche dalla Cassazione.
Ma tant’è, il 2012 comincia con l’arresto di quello che, dall’80 al 2010 è stato sicuramente l’uomo più potente dell’economia molisana.
Intanto l’Ittierre, adesso di Bianchi, smagrita di circa duecento unità lasciate a casa dai commissari, continua a produrre e a vendere anche se deve fare i conti con la crisi economica mondiale. Una crisi che a fine anno preoccupa di nuovo tutti, tanto da pensare a un urgente intervento della Regione che dovrà fare qualcosa, altrimenti Pettoranello potrebbe riservare bruttissime sorprese.
E finiamo con la Di Risio Auto. Anche qui un sogno che si interrompe. Il sogno che la piccola industria automobilistica molisana riesca ad acquisire il gigante industriale targato Fiat di Termini Imerese.
Un passo in avanti forse troppo azzardato, tanto da mandare in crisi anche l’azienda di Macchia d’Isernia.
E pure qui cassa integrazione, crisi e decine di persone che restano a casa. Un momento negativo che coincide, purtroppo, con i problemi di salute che ha avuto Giancarlo Di Risio, ex manager della Ittierre e fratello di Massimo, quello che, da uomo della finanza di livello nazionale, aveva immaginato lo sbarco in Sicilia come un passo in avanti per far crescere il piccolo polo automobilistico molisano.
In conclusione, dopo un 2012 così nefasto, o dopo una notte così buia, non possiamo che augurarci un anno migliore che serva a risalire la china.

Ultime Notizie